21 Mar Pubblicato online il terzo numero di Tichodroma: Censimenti Invernali degli Uccelli Acquatici in Piemonte e Valle d’Aosta: anni 1979-2008
E’ stato pubblicato il terzo volume della rivista monografica del GPSO Tichodroma.
Il volume è intitolato “Censimenti Invernali degli Uccelli Acquatici in Piemonte e Valle d’Aosta: anni 1979-2008” ed analizza trend e distribuzione degli uccelli censiti durante i censimenti degli uccelli acquatici invernali.
Vengono presentati i risultati di 30 anni di censimenti dell’avifauna acquatica nell’ambito del progetto IWC (International Waterbird Census) svolti in Piemonte e Valle d’Aosta dal gennaio 1979 al gennaio 2008. Tutte le specie vengono conteggiate durante i censimenti, comprese quelle di origine domestica o rapaci legati alle zone umide, da oltre 170 collaboratori. Il clima dei trent’anni dei censimenti è stato descritto approfonditamente. Complessivamente sono state monitorate 109 zone umide raggruppate in 42 macrozone, coprendo circa 950 km2. Le zone umide oggetto d’indagine hanno dimensioni che variano da 0,5 a 16000 ettari. I dati ottenuti sono stati paragonati con quelli ottenuti dai monitoraggi nazionali e ad alcuni regionali (Toscana, Lazio ed Emilia Romagna).
Sono state rilevate 79 specie di cui 38 di presenza regolare (presenti in almeno 7 degli ultimi 10 anni), 25 irregolari (presenti in almeno 2 e meno di 7 anni), 14 accidentali (presenti solo in 1 anno negli ultimi 10) e 2 specie esotiche. La specie più abbondante è il germano reale (con in media 16584 individui per anno), specie che da sola comprende più del 50% degli individui censiti, seguita da gabbiano comune (in media 4903 individui), cormorano (media 1777), alzavola (media 1757), folaga (media 1478) e svasso maggiore (media 1111). Per ciascuna specie vengono presentati dati aggregati per ogni anno di campionamento suddivisi nelle tre decadi. Sono stati calcolati i trend con il software TRIM per le 38 specie regolari, considerando l’intero periodo di analisi, gli ultimi vent’anni e l’ultimo decennio. Per la maggior parte delle specie il trend è positivo. In particolare per 20 specie su 39 (53%) il trend risulta in incremento (alcune anche in marcato incremento), mentre per le restanti stabile o non valutabile.
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